Carissimi,
L'11 novembre sono riuscito a vedere i King Crimson, e che concertone è stato.
Sono passati quasi due mesi, eppure non mi esce dalla testa. Vorrei raccontarvelo ma temo che si tratti davvero di una di quelle esperienze non replicabili. E non perché si tratti di "emotività", ma perché secondo me, al giorno d'oggi, non esiste nessuno che suoni così.
Tecnica, gusto, un muro di suono pazzesco, il fatto di starsi trovando davanti ad un pezzo di storia della musica. E per la prima volta i King Crimson che suonano SOLO (o quasi) pezzi "vecchi", quelli belli davvero, quelli con cui sei cresciuto.
Non starò a fare mille racconti su quello che il concerto è stato, posso solo provare a trasmettervi perché si è trattato di un concerto ineguagliabile.
Mi sono trovato spesso a dire che la musica e l'emozione che trasmette sono il sentimento universale, qualcosa che possiamo provare tutti. Ho visto tanti concerti belli descrivendo momenti come "questo brano era così bello che ho visto piangere un metallaro barbone e un'elegante signora sulla cinquantina".
Ma i King Crimson live non sono questo.
Sono tutto l'opposto.
I King Crimson live sono strepitosi perché sono un estremo.
Perché non sono "per tutti". Non sono universali. A fanculo tutto. Sono una tremenda mattonata in faccia.
Qualche anno fa ho visto i Crimson ProjeKCt di Adrian Belew (assente in questa incarnazione del Re Cremisi) con Tony Levin e Pat Mastelotto, ed era stato indubbiamente lo show più tecnico ed intenso che avessi mai visto (con una scaletta ovviamente più incentrata sui Crimso degli eighties), ma questo è stato addirittura superiore.
Tre batterie, due chitarre, strumenti a fiato, i vari bassi di Tony Levin, pezzi storici riarrangiati, tante improvvisazioni, pattern, riff pazzeschi, che non sai dove guardare, che non sai
dove ascoltare, per quanta roba c'è: una pienezza totale di cui poi non riesci veramente a fare più a meno.
E una scaletta bellissima:
Larks' Tongues in Aspic Part I e
Pictures of a City in apertura sembrano scritte apposta per essere suonate da questa band. Potentissime, con una dinamica incredibile… le sezioni in cui i batteristi "tirano" sono degli esempi di "a cosa serve avere tre batterie in front row".
E poi
Easy Money.
Red.
The Letters che ti strappa l'anima.
Sailor's Tale.
Level Five che è la cosa più death metal che abbia mai sentito, spazzato via proprio.
EPITAPH e la faccia diventa di fuoco.
The Court of the Crimson King.
21st Century Schizoid Man finale.
Starless, che se prima facevo lo snob e dicevo che Lizard era meglio… ora proprio no, è il brano più bello della storia. E sentirlo dal vivo allo scoccare della mezzanotte, quando è diventato il mio compleanno, è stato un regalo stupendo.
Piccolo dettaglio: i Crimso sono stati sempre fermi immobili durante il concerto, non una scenografia, non un gioco di luci. Sfondo blu e suonano, peraltro creando lo show più mastodontico e devastante mai visto.
Ma durante Starless, la luce di sfondo comincia a cambiare. Si scurisce. Verte sul rosso. Diventa rosso fuoco, intensissimo. E poi cremisi.
E hai dei brividi addosso che non finiscono più.
Speravo di non scrivere tanto, mi fermo.
Sarei anche curioso di sentire Lars se è andato a vederli, ricordo che era un grosso ammiratore di Fripp.
Però ragazzi, queste sono esperienze che non si dimenticano.
Vi lascio la scaletta completa del concerto che ho visto, a Roma 11 novembre: