VIA DALLE MANI DEL DESTINO - di "Farah Kramer"

   Seifer camminava a passo sicuro lungo il verde sentiero di quella piccola foresta vicino al Garden di Balamb… Ecco era quasi arrivato, le sue mani si strinsero intorno alla carta trasparente che conteneva un mazzo si rose bianche. Camminava a testa bassa, il suo dolore con il passare dei mesi si era trasformato in odio… alzò gli occhi in quella radura dove tre mesi prima era morta Heaven, riuscì solo a dire: ” Dio mio….Mai visto nulla di simile… “ In mezzo alla radura c’era accoccolata una ragazza, la sua lunga veste nera scendeva a grandi pieghe intorno al suo bel corpo, posandosi a terra, intorno alla fanciulla i teneri fiori primaverili erano appassiti. Seifer avrebbe giurato di vedere due ali da pipistrello dietro la sua schiena quando una nuvola oscurò per un’ attimo il cielo… la fanciulla stava posando due rose appassite sopra la tomba di Heaven, poi si girò guardò Seifer intensamente quest’ ultimo non capì, Quegli occhi neri come la notte con dentro il brillare di tutte le stelle del cielo, erano così tristi silenziosi... aveva la pelle bianca come il marno, le mani che spuntavano da sotto le maniche del suo vestito maneggiavano così delicatamente quelle rose… I suoi capelli castani cadevano sulle sue spalle in boccoli appena accennati. Era bellissima…

   L’ eterea creatura si alzò, ovunque poggiasse piede con quell’andatura felpata faceva morire la natura attorno a lei nell’imperturbabile cattiveria dell’inverno… Seifer era affascinato da lei ma allo stesso tempo turbato.. Non voleva imbattersi nello stesso triste destino che gli era capitato mesi prima, non voleva innamorarsi dell’impossibile, lo stesso impossibile che nel mondo si vedeva sempre e sapeva che una cosa era certa, che nulla era certo… La fanciulla si fermò a mezzo metro da lui lo guardò negli occhi e disse: ”Seifer?”A queste parole il giovane rimare stupito ebbe la forza di rispondere :”E tu come fai a sapere il mio nome?” - “accontentati di sapere che io interpreto il diabolico disegno del destino… ”la sua voce era quella di un angelo benché la sua natura fosse demoniaca. Seifer si inginocchiò vicino alla tomba di Heaven e vi posò il mazzo di rose, poi si girò verso la ragazza e disse:”Perché è successo?” -  “perché il destino a volte non sopporta la sua stessa creazione... Diventa invidioso e la distrugge; senza curarsi degli uominimi spiace. ”Il ragazzo capì lo stato d’animo di lei, capì perché era triste, doveva sopportare tutti i dolori inflitti dal destino perché lei era la sua serva… poi le disse “Come ti chiami?” - “Farah…. o meglio da alcuni di voi vengo chiamata Eris… sono… sono la dea della discordia, condannata dal destino a portare la mia stessa peste senza mai esserne sopraffatta, strega condannata a portare malasorte a voi uomini… Considerami creatrice delle tue disgrazie… So che ora mi odierai e ne hai tutte le ragioni….” - “no, io non ti odio, odio il destino per avermi condannato a non avere una vita normale… perché due rose?” - “la tomba di coloro che uccido è anche la mia, molti qui mi vogliono vedere morta…” Farah guardò intensamente Seifer, pensava a quanto era bello, così forte, sempre al di sopra di ogni aspettativa, pensava all’ ironia del destino che l’ aveva fatta innamorare dell’unica persona che non avrebbe mai potuto amare. La ragazza tirò un lungo sospiro e i suoi occhi diventarono ancora più tristi. Ad un certo punto si sentì uno sparo per la foresta… gli uccelli spaventati presero il volo e si dispersero nel cielo lanciando i loro cinguettii. Farah mise una mano davanti a sé e fermò la pallottola d’argento con la sua forza interiore, che cadde inutilizzata al suolo, la fanciulla guardò Seifer e disse: ”Eccoli sono arrivati, ti prego aiutami”dalla foresta da dove era arrivato la pallottola uscirono cinque uomini armati si fermarono appena la videro, uno di loro le urlò : ”Eccoti, assassina!!” Farah li guardò con odio, sollevò le braccia ma prima che potesse dire una sola formula magica uno di quegli uomini le gettò addosso una manciata di sale Farah incrociò le mani davanti al viso per proteggersi, venne sbalzata via, cadde a terra lanciando un grido di dolore, guardò Seifer disperatamente. Uno di quegli uomini mostrò una croce, la povera Farah urlò di nuovo, sapeva di essere debole, di essere un essere demoniaco, quindi vulnerabile a gli esorcismi più comuni. Poi uno di Loro imbracciò il fucile. Si sentì uno sparo poi un urlo si estese per tutta la foresta, incominciò a piovere, intanto in quella maledetta radura Seifer era inginocchiato per terra davanti a Farah si teneva un braccio, il bianco giaccone era ormai inzuppato di sangue su tutta la manica, quei bastardi l'avevano preso di striscio quando aveva scansato Farah, Quest’ultima gli si avvicinò guardò il volto del ragazzo contorto in una smorfia di dolore, raccolse tutte le sue forze si alzò li guardò con odio attraverso quella pioggia scrosciante che non lasciava vedere le lacrime che le cadevano dagli occhi, alzo le braccia al cielo e disse: ”Anime vaganti negli inferi, sorgete di nuovo, punite coloro che hanno osato colpire la vostra padrona!” Dal fondo del cielo giunsero una miriade di spiriti che portarono via le anime dei cinque uomini lasciando cadere i corpi senza vita nell’erba bagnata dall’interminabile pioggia... Farah si girò e si accovaccio vicino a Seifer, lo strinse forte a sé incominciò a piangere, lui le passo una mano fra i capelli bagnati, la fanciulla si sentiva finalmente al sicuro fra le sue braccia, quanto lo amava, sì, amava veramente il suo Seifer, lo guardò intensamente con quei suoi due occhi tristi brillanti di stelle, non avrebbe mai potuto dirglielo, piangeva per quello, piangeva perché si sentiva che non ci sarebbe mai stato di più di quell’abbraccio, piangeva perché lui non avrebbe mai potuto amare la dea della discordia, quei pensieri la fecero piangere ancora più forte, più disperatamente. Seifer le prese il viso fera le mani si avvicino a lei lentamente e sotto gli occhi del mondo la baciò, la bacio appassionatamente, lui non si sarebbe mai staccato da quelle labbra, dalla sua bellezza così perfetta,era stato attratto da lei il primo momento in cui l’aveva vista, lei così silenziosa, mistica... Poi la prese in braccio la baciò sulla fronte e disse: ”Vieni ti porto sulla luna, sulle stelle dei tuoi occhi via dalle mani del destino…”
   La pioggia incessante inghiottì i due giovani nella foresta e chiuse la porta di quella avventura…

   Dedicato a chi crede nell’amore eterno
   Costoro lo sanno bene, non è solo l’illusione della piuma del fato...

   FINE

 

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LE STRATEGIE DI ZELL
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