PARLAMI - di "Maria Phoenix"

   "Perché, perché sta accadendo tutto questo? Perché tutto questo a me? Perché proprio io?"
Si era posto questa domanda troppe, troppe volte, ma questa volta lo tormentava, lo distruggeva. Rimase accanto a lei tenendole la mano per tutto il pomeriggio sussurrandole in lacrime "Rinoa... ti prego... parlami...". Cosa era accaduto dopo l'incontro con Edea non riusciva a spiegarselo o... semplicemente non voleva accettare che questa strega, Artemisia, avesse preso possesso della sua Rinoa. Non riusciva a comprendere perché Rinoa non aprisse i suoi meravigliosi occhi neri, perché non sorridesse come sempre faceva, e soprattutto, perché non gli facesse sentire la sua voce così dolce.
Rimase lì, immobile, ad osservarla disperato in quella piccola infermeria. La dottoressa Kadowaki lo osservava e taceva. Non poteva aiutarlo, nemmeno lei sapeva come risvegliare i vivaci occhi di Rinoa.
   Squall non si chiese nemmeno per un attimo cosa stesse provando. Lo sapeva troppo bene. Era troppo evidente al suo cuore come agli occhi di tutti. La amava. La amava da morire e da morire gli mancavano le sue risate, la sua voce, il calore del suo sguardo. Per tutta la sua vita, dalla perdita di Ellione quando era bambino, aveva cercato in tutti i modi di nascondere il suo vero essere agli occhi di tutti. Il fatto che tutti pensassero di lui che fosse un tipo freddo e dai pensieri incomprensibili lo rassicurava. Era una corazza per lui. Non si sarebbe più affezionato a nessuno, così non avrebbe mai sofferto. Ma lì, in quel luogo e tempo stava soffrendo, stava soffrendo terribilmente e l'unica cosa che gli importasse in quel momento era tornare a vedere la gioia attraverso gli occhi di lei. Continuava a stringerle la mano fredda come il gelo di Trabia e a tentare invano di rianimarla e di rianimarsi. Era irrequieto. Terribilmente irrequieto. "Non è da lui perdere la calma" pensò distrattamente la Kadowaki ma subito quel pensiero cessò: "Soffre.. adesso..."
   Il ragazzo si alzava e si risedeva in continuazione. Si sedeva e la pregava con le lacrime agli occhi di parlargli, di raccontargli qualcosa, anche stupida; si rialzava ed imprecava contro l'ingiustizia. Non si sentiva stupido, non c'era spazio nella sua mente per una pensiero diverso dalla sua Rinoa. Era così bella ma così pallida ai suoi occhi...
"Squall..." lo chiamò con un fil di voce la Kadowaki senza saper realmente come continuare. Il SeeD non la sentì, neanche avvertì la sua presenza. Doveva trovare un modo per risvegliare Rinoa ma... come poteva?
Si rialzò nervosamente, si chinò nuovamente su di lei e colto da quella solita, strana sensazione, scivolò sul letto e sognò.
   Il resto è storia...

 

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