GIORNATA D'ESTATE
di Nic-Heartless Leonarth


Era una tranquilla giornata d'estate ad Alexandria e Gidan andava in giro con Vivi per il castello.
Giunto alla sala principal,e Gidan si sedette su un gradino .
Gidan: uffa! Mi sto annoiando da morire...
Vivi: ti va una SFIDA??
GIDAN: ok.
Gidan si mise in posizione e iniziò la battaglia con un colpo di Ultima Weapon, evitato però da Vivi che contrattaccò.
Vivi: FIRAGA!!!
Gidan venne colpito in piena faccia e i suoi capelli biondi presero fuoco...
GIDAN: AHHHHHH!!! BRUCIO!!!
Vivi: IDRO!!!
I capelli di Gidan si spensero, ma erano diventati neri.
Gidan si guardò allo specchio... il suo corpo diventò rosa: era andato in Trance!!!
Gidan: Luminaria!!!
Si alzò un grande polverone...
Una volta che la polvere si fu dissolta, guardò là dov'era Vivi... e lo ritrovò lì senza un graffio e immobile.
Gidan stupefatto guardò oltre Vivi e vide chi aveva colpito... Beatrix!!!
Questa estrasse la spada e si buttl contro Gidan.
Gidan: guarda che ti posso ti spiegare tutto...
Beatrix: hai firmato la tua condanna!!!
E gli tagliò un ciuffo di capelli con la Save the Queen.
Il colore di Gidan diventò da rosa a rosso.
Gidan: LUMINARIA!!!
Gidan colpì il ritratto della regina Brahne, dopodiché si sentì una voce che sembrava quella di un posseduto.
Daga: CHI HA ROTTO IL RITRATTO DI MIA MAMMA?!?!?!
Beatrix indicò Gidan, che prese Vivi per la mano e cominciò a scappare.
Daga: Z-A-N-T-E-T-S-U-K-E-N!!!
Odino fece la sua apparizione e cominciò ad inseguire Gidan e Vivi.
Vivi: svegliati!!
Gidan: che cavolo dici??? DOBBIAMO SCAPPARE!
D'un tratto Odino colpì Gidan e si fece tutto buio.
Gidan si ritrovl disteso su un gradino. Accanto a lui c'era Vivi
Vivi: hai do-dormito bene?
Gidan: ... (per fortuna ho sognato!)
Vivi: guarda chi ti ho portato!
Gidan vide Daga vicino a Vivi e le immagini di lei che evocava Odino contro di lui passarono per la mente di Gidan che si nascose dietro un albero.
Daga: che gli sarà preso???
Vivi: booooooh?
Gidan rimase nascosto finché Daga non se ne andò e poi cercò di non rivederla, per paura di essere affettato.



FINE


 


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